lunedì 14 dicembre 2020

Per scrivere un libro romance devo leggere solo romance?

Oh, be', eccoci al quesito dei quesiti. 
È corretto leggere un solo genere per poter scrivere proprio quel genere?
Ma non è l'unico, sapete? Ce ne sono altri!
È giusto leggere e basta, senza interessarsi più a nulla che non sia la carta stampata?
E ancora: mi hanno detto che se voglio scrivere devo abbandonare le serie televisive, gli anime e leggere solo classici.
Hanno parlato anche di come i libri cartacei aiutino a memorizzare e ad apprezzare davvero un romanzo, e di come al contrario il digitale favorisca il binge-reading: è vero?

Prima di passare alle risposte vi chiedo io: ma non fareste meglio a non ascoltare chi fa tutte queste domande?
Per dirne una.  

In ogni caso, la risposta a tutti questi dubbi potrebbe sembrare scontata nella maggior parte dei casi, ma io vi stupirò con effetti speciali e vi dirò che: no, non è corretto.
Anzi, rispondere di sì anche a una sola di queste domande è la cosa più sbagliata che potreste fare.

Un lettore è un lettore, per antonomasia legge quello che vuole, quindi se desidera dedicarsi a un solo genere è liberissimo di farlo (per i bambini, purtroppo, paghiamo le conseguenze delle scelte spesso filtrate dagli adulti e quindi la questione è molto più delicata, ma si tratta di un discorso del tutto diverso).

E uno scrittore? 
Uno scrittore deve studiare. Sempre. Anche quando legge per piacere, in realtà sta studiando. Vi sembrerà qualcosa di asfittico, eppure andando avanti con la scrittura vi renderete conto che il cervello non si mette mai in pausa. 
Del resto, qualsiasi cosa può essere d'ispirazione.
E qui veniamo al nocciolo della questione e al sunto delle risposte "scontate" che vorrei provvedere a stroncare.


Se si vuole scrivere un libro, di qualsiasi genere esso sia, è ovvio che bisogni conoscerne le basi e anche tutte le strutture. I romance, per esempio, hanno delle linee guida ben precise da rispettare: un romance senza lieto fine non può essere definito romance, per citarne una nel mucchio (quindi, se pensavate che scrivere una storia d'amore fosse semplice devo darvi l'ennesima brutta notizia: non lo è affatto); un giallo presuppone che i personaggi si muovano in un determinato modo, che nella trama siano magari compresi degli impostori e tutta una serie di indizi e false piste; i thriller potranno essere declinati in molti modi, ma secondo stabiliti canoni... e via discorrendo.

Una volta studiata la base, ovvero il modo in cui è necessario muoversi nell'ambito del proprio genere d'appartenenza, arriva l'aspetto complicato: cercare l'ispirazione, sviluppare l'idea, fare in modo che la struttura regga, non risultare banale, non copiare espedienti o situazioni (perlomeno se si vuole confezionare un prodotto che sia personale) e scrivere in un italiano che sia tale.
Per fare tutto questo è evidente che sia necessario muoversi in più direzioni, e focalizzarsi sul solo genere d'appartenenza non è tra le soluzioni più furbe che potrebbero venirvi in mente. 

Quante trame vi vengono in mente facilmente riconducibili a Harry Potter, per citarne uno?
Quante saghe sui vampiri più o meno sexy sono state scritte subito dopo Twilight?
E fantasy puri che ricordano Tolkien?
Ed erotici (sig!) alla 50 sumature?

Ah, quante lamentele ho sentito sugli Harmony: sono tutti uguali, parlano sempre delle stesse cose, basta cambiare i nomi dei protagonisti e l'ambientazione ed ecco che hai il libro (anche se lì c'è tutta un'altra spiegazione che, ragazzi miei, merita un capitolo a parte. Giusto per restare nel tema del "oh, com'è facile scrivere una storia d'amore!").

Il punto è: 
- Ideare una storia romance non è semplice, ma è tutto sommato fattibile (più che fattibile). Ma scriverne una originale?
- Pensare a un giallo, una volta capiti i meccanismi matematici (già, ragazzi, Maria Masella insegna che è tutta matematica!), non è complicato, ma trovare una trama che sappia entusiasmare e restare in testa?  
- Scrivere un erotico sembra così semplice, ma qualcosa che si discosti dal video amatoriale caricato su You Porn?

Avvicinarsi a generi e linguaggi del tutto diversi, è la risposta.
Uscire e andare al cinema a guardare un film d'azione.
Guardare un anime su Netflix o Prime, magari uno shonen (ce ne sono alcuni spettacolari che a ogni episodio regalano chicche per tremila romanzi almeno).
Andare a teatro e assistere a uno spettacolo di qualche compagnia sperimentale.
Leggere horror (non avete idea della genialità che si nasconde dietro a certe penne purtroppo sconosciute ai più... e che scrittura!).
Acquistare e leggere un fumetto o un manga (perché immaginare le scene della vostra storia è il primo passo per riuscire a rendere la vostra prosa credibile, e i punti di vista illustrati in ogni tavola creano un dinamismo nel vostro cervello che i film non riescono a produrre).
Leggere libri per ragazzi. Non commettete l'errore di pensare che siano "solo" per ragazzi, perché in realtà si tratta di romanzi curati nei minimi particolari, quasi sempre molto più validi della narrativa per adulti.
Andate sulle piattaforme di scrittura e lettura e spulciate tra le storie presenti: vi si aprirà un mondo. E delle competenze che ignorate.
Guardate serie televisive di qualsiasi genere (no, non dovete buttare la tv o il pc) e se potete cambiate anche la nazionalità della produzione. Punti di vista diversi vi apriranno gli occhi su soluzioni che non avete neanche mai immaginato.
Leggete saggi. Sembra noioso, ma non lo è affatto, una volta trovato un argomento a voi congeniale: il linguaggio utilizzato in questo tipo di libri non lo troverete altrove, e invece vi sarà indispensabile per ampliare il vostro vocabolario e sapervi destreggiare tra le parole.
Leggete i classici (se proprio vi sentite in dovere di farlo), ma alternateli a libri moderni. Importanti, magari.
Se dovete scrivere uno storico, cercate di studiare anche tutto ciò che riguardava il resto del mondo nel periodo che volete prendere in esame (questo vuol dire non solo sui libri, ma anche tramite documentari e film): vi aiuterà a fare parallelismi interessanti e, perché no, a trovare degli spunti a cui non avreste mai pensato. 
 
Ho risposto a tutto? Ah, no, manca la questione del digitale e...
Be', ragazzi, tolta la questione "soldi" e la tematica "ambiente", c'è anche il fulcro del lavoro della Kondo: non so voi, ma se non avessi un lettore e-book i libri mi avrebbero sfrattata di casa da eoni!
E se un libro interessa, che sia digitale o cartaceo non è importante. 
D'altra parte, senza la possibilità di regolare la dimensione del carattere io avrei abbandonato la lettura cartacea da anni!

Photo by freestocks on Unsplash


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